Silvano, che era cristiano, nacque in Gallia. Era figlio del generale franco Bonito, il quale aveva servito sotto Costantino I nella sua campagna contro Licinio. Sostenne l’usurpazione di Magnenzio contro Costante I (350), ma Silvano defezionò in favore di Costanzo II poco prima dellabattaglia di Mursa Maggiore, in cui l’usurpatore fu sconfitto (351).
Sotto Costanzo salì la gerarchia militare fino a diventare magister militum, comandante in capo dell’esercito di Costanzo. L’imperatore gli affidò il compito di respingere le tribù germaniche che stavano attaccando la Gallia oltre il fiume Reno: Silvano portò a termine il proprio compito pagando i Germani con le tasse che aveva raccolto (352-353).
Alcuni dei cortigiani dell’imperatore riuscirono a persuadere Costanzo che Silvano stava progettando di prendere il potere. Secondo Ammiano Marcellino, il prefetto del pretorio Volusiano Lampadio e il ministro Eusebio utilizzarono una spugna per alterare una lettera inviata da Silvano ad alcuni suoi amici a Roma.[1] La lettera corrotta suggeriva che Silvano stesse provando a guadagnarsi supporto in città per un colpo di Stato. Silvano aveva contro tutti i collaboratori di Costanzo, a parte i generali franchi Malarico e Mallobaude: i cortigiani Apodemio e Dinamio composero persino nuove lettere false.
Costanzo mise sotto processo Silvano, ma i suoi alleati riuscirono a difenderlo dalle accuse infondate. Silvano però, non sapendo del successo dei suoi amici, pensò di difendersi dal pericolo di essere condannato proclamandosi effettivamente imperatore, l’11 agosto 355 a Colonia Agrippina (moderna Colonia, Germania).