Stagione di Prosa al Teatro Sociale

Le Cirque Invisible con Jean Baptiste Thierrée e Victoria Chaplin. Stagione di Prosa al Teatro Sociale dall’8 al 10 febbraio 2018

 

Un spettacolo per tutti, grandi e piccoli, ma molto raccomandato agli adulti che hanno dimenticato la gioia dello stupore. Un piccolo gioiello di teatro-circo, dove i due protagonisti sono attorniati da astrusi marchingegni, valige coloratissime e da una frotta di conigli, colombe e oche. È Le Cirque Invisible, fantasiosa creazione di Jean Baptiste Thierrée e Victoria Chaplin, in scena da giovedì 8 a sabato 10 febbraio (ore 21) nell’ambito della Stagione di Prosa al Teatro Sociale della Fondazione Teatro Donizetti. Luci di Nasser Hammadi. Produzione Live Arts Management. Durata 1 ora e 50 minuti compreso intervallo. Biglietti da 25 a 31 Euro, ridotti da 20 a 24 Euro.

Nell’arco delle quasi due ore de Le Cirque Invisible si susseguono senza interruzione trucchi, battute, gag, acrobazie. Il tutto riassumibile in una sola parola: magia. Non magia in senso teatrale, non abile prestidigitazione, ma la magia a cui si credeva da bambini, quella che il mondo sempre più tecnologizzato e frenetico sta cancellando. Quando si spengono le luci della platea e si accendono i riflettori sul palco, tutto quello che lo spettatore deve fare è dimenticare la razionalità e lasciarsi trasportare dalla leggerezza e dalla bravura di due artisti straordinari. Jean Baptiste Thierrée affascina con i suoi modi di bambino vecchio, con la sua esperienza che è messa al servizio di una continua parodia dei tradizionali spettacoli di prestigio: i trucchi ci sono, ma non sono essenziali come la complicità che si crea tra attore e spettatori. Victoria Chaplin è agli antipodi del suo compagno di giochi: come lui è istrionico e fracassone, così lei si presenta sulla scena silenziosa, con uno sguardo stupito e un po’ spaventato, ammantata in vestiti che si trasformano in pochi attimi in un fantastico zoo immaginario.

Victoria Chaplin e Jean Baptiste Thierrée sono gli acrobati, i fantasisti, gli illusionisti, i funamboli, i prestigiatori, i clown, i musicisti di questo circo immaginario, di questo volo della fantasia. Lei, sempre perfetta, danza sulla corda tesa, si lancia in volteggi mozzafiato con le funi, cavalca ippogrifi di sedie, si trasforma in una magnifica donna-orchestra, eseguendo uno stupendo concerto per bicchieri, tegami e cucchiai. Insieme fanno comparire animali dal nulla e trasformano un piccolo coniglio in un coniglio gigante. E quando Jean Baptiste Thierrée fa acrobazie con le bolle di sapone e poi le colpisce con un martello e le bolle suonano a festa come campane, dimostra come l’incantesimo teatrale può trasformare la realtà delle cose.

Racconta Jean Baptiste Thierrée di sé e del suo incontro con il circo: «Sono nato in tempi di utopia, quando la nuova amata speranza della classe operaia, mio padre, un tornitore in un’officina Renault, non avrebbe mai immaginato di avere un altro figlio dopo mio fratello. Ho avuto un’improvvisa ispirazione: perché non provare il circo! Sono stato attratto da esso fin da bambino. Ma a quel tempo il circo era un ambiente esclusivo. Per inserirmi ho creato uno spettacolo di burlesque muto con tendenze surrealiste e ho proposto di farlo nei cabaret. Ero felice.  Ero vicino a realizzare il mio nuovo sogno. Sono andato ad un congresso di magia a Reims e mentre vagavo per la città ho sentito in lontananza una banda di ottoni. Mi sono diretto verso di loro ed ho trovato un enorme logoro circo, Le Grand Cirque de France. Dopo che mi venne detto che era tutto esaurito, ho seguito un’improvvisa intuizione e ho chiesto di vedere il direttore. Egli era furioso per essere stato disturbato da un estraneo. Era Alexis Gruss. Solo Dio sa perché ma Alexis Gruss era dell’umore giusto per parlare. Si sedette vicino a me e incominciò a raccontarmi tutta la sua vita: la notte del 21 luglio 1969 a Cavalaire, nel momento in cui due uomini hanno messo i piedi sulla Luna per la prima volta nella storia, Alexis ed io parlammo fino all’alba nella sua roulotte rossa. È stato durante quella notte speciale che è nato un nuovo e rivoluzionario tipo di circo».

Molto importante per l’artista francese è stata poi la conoscenza del filosofo e psicanalista Felix Guattari: «L’ho incontrato durante un mio spettacolo in un ospedale psichiatrico. Questo incontro cambiò radicalmente la mia vita. Egli era co-direttore dell’ospedale privato La Borde. Guattari stava sviluppando un nuovo approccio per i disturbi mentali, patrocinando l’apertura dei manicomi al mondo esterno e difendendo la libertà dei pazienti. A La Borde organizzò per i pazienti ogni sorta di attività e propose che non dovesse esserci nessuna differenza tra il modo di vestire dei pazienti e lo staff medico. Per quei tempi era completamente evolutivo. Inoltre propose che io facessi visita settimanalmente a la Borde per lavorare con i suoi pazienti. Egli vide nel mio coinvolgimento fino ad ora un altro modo di abbattere l’istituzione e trovare nuove idee. Fare teatro in questo tipo di ambiente fu abbastanza marginale a quel tempo, anche se divenne una pratica istituzionalizzata uno o due decenni più tardi. Un giorno andammo a La Borde per fare il nostro spettacolo. Si trasformò in un’esperienza selvaggia: serpenti e felini innescarono le fantasie dei pazienti che andarono in trance e iniziarono a gridare. Il mio coinvolgimento con Guattari alla clinica La Borde divenne così importante che Victoria ed io decidemmo di sposarci in quel luogo».

E de Le Cirque Invisible dice: «Nel 1990, l’anno della prima guerra nel Golfo, abbiamo creato a Firenze questo spettacolo. Da allora lo abbiamo portato in tour con la necessità di perfezionarlo sempre di più, invece di crearne uno nuovo. Lo spettacolo è in costante evoluzione. Abbiamo aggiunto o tolto trucchi a seconda del paese o in base al nostro umore. Il nostro lavoro è simile all’alchimia: siamo continuamente alla ricerca della pietra filosofale. Ma la nostra ricerca non viene presa troppo sul serio: non ci scordiamo mai che la cosa più importante è quella di far divertire la gente».

Successivi appuntamenti Stagione dei Teatri 2017/2018: Accabadora per Altri Percorsi al Teatro Sociale (15 e 16 febbraio), Gigi – Innamorarsi a Parigi per Stagione di Operetta al Creberg (18 febbraio), Il Servo per Stagione di Prosa al Creberg (dal 22 al 25 febbraio).

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