Del diavolo oggi sé quasi persa la memoria, ma nella tradizione dialettale bergamasca, è un essere assai presente. Andiamo a scoprire in quanti modi di dire e proverbi appare “ol diàol”.
E’ ovvio che al diavolo si associano il male, la cattiveria e quant’altro di brutto una persona possa fare.
Ma, negli affari, sembra che serva il suo zampino, si dice infatti che “chi gh’à pura del diàol i fa mìa i solcc” (chi ha paura del diavolo non fa i soldi). Non si dimentichi a tal proposito che qualcuno ha definito il denaro “lo sterco del diavolo”. Però in certe situazioni “bisognerèss ìga di amìs ach a cà del diàol” (bisognerebbe avere amici anche a casa del diavolo). Tra i sani rimproveri della mamma al ragazzo che non faceva giudizio troviamo: “ ’l te porterà vià ol diàol” (ti porterà via il diavolo), mentre alla ragazza che si rimirava un po’ troppo allo specchio: “a ardàs tròp à spècc, al compàr ol diàol” (a guardarsi troppo allo specchio, appare il diavolo). Si sa comunque che “ol diàol al fa i pignàte, ma mia i coèrcc” (il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi) come dire che la malvagità comunque, prima o poi viene scoperta.
La persona particolarmente cattiva veniva definita come: “ ü che’l gà adòss ol diàol” (uno che ha addosso il diavolo). Anche l’astuzia fa riferimento al diavolo: quando un uomo è scaltro che più scaltro non si può si dice: “a ‘l ghé la fà gnà ‘l diàol” (non lo inganna nemmeno il diavolo). A chi la sa lunga e sa sostenere la parte si dice: “a ‘l ghèn sà öna piö del diàol” (ne sa una più del diavolo). Quel che il maligno tocca, distrugge, oppure ha una durata e un valore molto limitati, allora il proverbio sancisce: “la farina del diàol, la fenèss in tata crösca” (la farina del diavolo diventa crusca).
Innumerevoli sono le imprecazioni che hanno come soggetto il diavolo, per la verità non tutte nominabili, dal vario campionario troviamo: “Diàol bès-cia!, Diàol cane!, Porco diàol! Diàol in pè nüd!”. Sembra che, secondo qualcuno, queste imprecazioni possano aiutare nelle arrabbiature varie, addebitando al diavolo la colpa per le cose che vanno storte… Se invece si è colti di sorpresa, allora si sbotta: “Oh, diàol!”
Certo che questo diavolo lo troviamo dappertutto infatti: “ol diàol ‘l càssa i corègn depertöt” (il diavolo caccia le corda dappertutto). Mentre “chi gà ü diàol per caèl” (chi un diavolo per capello), non è proprio la persona più tranquilla di questo mondo. Tuttavia, dopo tante locuzioni nelle quali la figura del diavolo è assolutamente negativa, possiamo concludere con qualche aspetto positivo. Di un poveraccio, bonaccione si dice: “l’è ü poèr diàol”, mentre di chi si impegna senza risparmio di energia si dice “a ‘l fa ol diàol a quatèr” (fa il diavolo a quattro).
Sarà proprio vero allora che “ol diàol, l’è po’ mia bröt come ‘s dis!” (il diavolo, non è poi così brutto come si dice!?).