Laùr – Cose in dialetto Bergamasco
“Laùr de campana a martèl!”
affermazione a ricordo di tempi in cui, in casi di incendio di qualche casa o edificio pubblico, si suonava la campana a martello perché tutti corressero ad aiutare a spegnere il fuoco. Ora, caduta quasi in disuso, questa locuzione, viene usata per indicare un evento insolito eccezionale, ma anche per definire cose assurde.
“Lasì fa ‘l füs a chi ca l’è üs!” :lasciate fare il fuso a chi è esperto!
Anche questa affermazione è caduta in disuso per il fatto che nessuno più fila né lino né lana. Ma il senso che essa racchiude, continua ad essere attuale: cioè che ognuno faccia il proprio mestiere e non vada a mettere il becco in quello di altri!
Pensando ancora al verbo “Lassà” , cioè lasciare, raccolgo dalla memoria un’altra affermazione:
“lassà mia ‘n dré i pecàcc”, non omettere o dimenticare i peccati.
Nel senso: pulisci scopa e spolvera bene, non lasciare tracce di sporco, ma anche non lasciare mestieri non finiti. Simile a “lassà mia ‘n dré di cue”.
Se quanto sopra si riferisce soprattutto alla donna, ecco che l’ultimo detto che vi propongo questo mese, si riferisce a tutti:
“laùr dicc in confidénsa”, cose dette confidenzialmente.
Sappiamo benissimo quante chiacchiere corrono sulla bocca di coloro che si cibano di “nuéle”.
Sono i famosi segreti di Pulcinella, che nessun altro deve sapere…e che invece:
“i la sa negü, fò che ‘l popol e ol Cümü” : non li conosce nessuno, all’infuori del popolo e del Comune….
Articolo di Giulià Tedeschì