La Barca di San Pietro Tradizione tra il 28 e il 29 giugno festività dei Santi Pietro e Paolo
Nella notte del 28/29 giugno si posizionava un tempo una damigiana, (togliendo la paglia) oggi si adopera una bottiglia di vetro leggermente panciuta, si riempie di acqua fredda e con molta attenzione si fa scivolare nell’acqua l’albume di un uovo.
Quindi si porta il contenitore sotto un’albero o in mezzo a un prato (attenzione a non muoverlo troppo) o anche sul balcone di casa e lo si lascia tutta la notte ad aspettare che la rugiada faccia la magia; la mattina al controllo si vede che l’albume ha assunto la forma di una barca con delle vele, a seconda della loro forma i contadini prevedevano le condizioni del tempo:
-vele aperte: sole
-vele chiuse: pioggia.
-Se si crea un bel veliero, era auspicio per un buon raccolto: ora di benefici diversi.
-Il veliero per chi non coltiva i campi è augurio di tanta fortuna
La leggenda
Proverbio: Fà mia la mama de San Piero ( Non fare la mamma di San Pietro)
Il detto trae origine da una leggenda popolare e vuole significare che nella vita bisogna avere spirito di solidarietà verso il prossimo, specialmente verso i poveri e gli emarginati. Un giorno, la madre di san Pietro, donna avara e cattiva, mentre sciacquava in un ruscello delle cipolle appena colte, se ne fece sfuggire una di mano, che fu portata via dalla corrente.
Poco più giù, una povera vecchina riuscì ad afferrare l’ortaggio e chiese alla madre di san Pietro il permesso di mangiarlo, perché aveva fame. Quella, per la prima volta nella sua vita, fu colta da benevolenza e acconsentì. Quando la mamma di san Pietro morì, fu mandata al Purgatorio a causa della sua avarizia, affinché potesse purificare la sua anima prima di salire nel Regno dei Cieli. Lei, allora, ricorse al figlio. «Figliolo, mi hanno messo tra le fiamme; è un tormento.
Non abbandonare la tua mammina, portami in paradiso con te». San Pietro le rispose che non si poteva: «Cosa direbbero le altre anime, mamma?» La donna, però, non faceva altro che chiamarlo per ripetergli di trasferirla in paradiso. Così, per far cessare quel lamento, san Pietro si decise ad invocare l’intervento di Gesù per tirarla via da lì. «Dopo tutto – disse il santo –, una volta ha fatto la carità ad una vecchia affamata. Le ha regalato una cipolla». A Gesù venne quasi da ridere, però, per far piacere a Pietro, acconsentì che la madre potesse uscire dal Purgatorio. «Se è stata così caritatevole – disse ironicamente Gesù –, falla appendere ad una testa di cipolle e portala con te in paradiso». Appesa la madre alla testa, il santo cominciò a farla salire verso il paradiso, ma altre anime purganti si avvinghiarono alla veste della donna per salvarsi anch’esse.
Ella, allora, cattiva com’era, urlò loro di staccarsi e menava calcioni, perché voleva salvarsi da sola. E tanto urlò e si dimenò che la testa si spezzò, facendola precipitare nuovamente e definitivamente al Purgatorio. L’Apostolo San Pietro, com’è noto dai Vangeli, fu tra i più intraprendenti e sicuramente il più impulsivo degli apostoli, per cui ne divenne il portavoce e capo riconosciuto, con la celebre promessa del primato: “E io ti dico che sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa.
Ti darò le chiavi del regno dei cieli e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”(Matteo 16,18). Questo grande personaggio evangelico non è stato risparmiato dalla leggenda, la quale ha fatto propri anche alcuni detti o locuzioni che spesso udiamo nel linguaggio popolare.
TRADISSIÙ DE REGORDÀ di Carmen Fumagalli Guariglia
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