Mostra del pittore veneziano Lorenzo Lotto e visite guidate all’Accademia Carrara

Fino al prossimo 27 febbraio sarà possibile visitare alla pinacoteca dell’Accademia Carrara la mostra dedicata agli ultimi anni trascorsi dal pittore veneziano Lorenzo Lotto (1480circa-1557) a Bergamo.

Lorenzo Lotto Accademia Carrara

Lorenzo Lotto, Accademia Carrara

Nonostante il percorso consigliato si snodi tra le vie attorno alla pinacoteca e al borgo Pignolo, non dimentichiamoci di tutte le altre opere distribuite nella nostra provincia, dalle valli fino ai laghi. Ed è proprio la stagione invernale che ci dà lo spunto di suggerire, di ritorno dalla giornata trascorsa sugli sci nelle località brembane di Foppolo, San Simone, Carona, ecc ecc (nessuna esclusa), una sosta all’imbocco della valle, in località Sedrina e Ponteranica, per ammirare la maestria di uno dei geni incompresi, almeno fino al secolo scorso, del Rinascimento italiano..

Lorenzo Lotto

Lorenzo Lotto, Sedrina

A Sedrina nella parrocchiale di San Giacomo è posta l’opera Madonna in gloria e Santi del 1542, eseguita a quasi venti anni dalla dipartita dell’artista da Bergamo, sicuramente grazie ad una rimessa di emigranti e a dimostrazione di quanta considerazione ancora vantasse nei nostri territori. Nello scorcio paesaggistico in cui sono immersi i protagonisti – i santi Battista, Francesco, Gerolamo e Giuseppe – si riconoscono i ponti di Sedrina, il fiume Brembo che scorre placido e tortuoso e le cime dei monti brembani, proprio per contestualizzare la scena narrata. Su tutto però vince la figura di San Giuseppe, ritratto a destra in abito giallo oro per rimarcare l’importanza della sua figura paterna, in omaggio agli equilibri patriarcali delle valli bergamasche.

A Ponteranica nella chiesa dei Santi Vincenzo e Alessandro vi è l’unica opera del maestro a polittico, Annunciazione, Santi e resurrezione di Cristo dell’anno 1527, composta da 6 scomparti, tra cui quello che più raffigura lo spirito di Lotto e assunto unanimamente come suo emblema: l’angelo annunciante dalla veste “color ciclamino” sollevata da un soffio di vento o da un alito divino, che lo fanno fluttuare nell’aria in maniera silente e impercettibile, proprio come diceva la compianta restauratrice Eugenia De Beni, che ha contribuito a recuperare integralmente il prezioso manufatto. Tra i personaggi raffigurati emerge la Vergine delicata e materna, salda tra la sua fede e la sua missione divina, oltre ai patriarchi di Oriente ed Occidente, i santi Paolo e Pietro, mentre tra le invenzioni di Lotto vi è il Cristo, dalle cui piaghe spilla il sangue che ricade nel calice simbolo del suo martirio e della nostra salvezza.

A presto!

Tosca Rossi

 

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