L’abete di Yule e il Natale

Sono molto antiche le origini dove è protagonista il famoso Abete del Solstizio d’inverno. Il Natale presso i popoli antichi non è il Natale che viviamo noi ai giorni d’oggi. I popoli antichi bruciavano il legno dell’Albero del Solstizio, il fuoco simboleggiava il propiziare dell’avvenuta del Sole. Accedendo un fuoco e bruciando il simbolo del Dio stesso, lo “tiravano” giù per far si che avessero ogni tipo di benedizioni.

Yule

L’abete è un albero magico con variegati simbologie magiche. Essendo un sempre verde, porta la speranza di superare le difficoltà del periodo dell’anno più difficile. Così l’uomo bruciando il suo legno sparge speranza al suo io, portando su di se la forza di superare anche i periodi più freddi e bui dell’anno. L’abete è anche un simbolo fallico. Vestito di fertilità e abbondanza viene associato a tutte le divinità maschili che hanno come caratteristica la Forza, il Vigore e la Virilità.
Ma cosa rappresenta il Solstizio d’Inverno?

Albero di Natale

Albero di Natale

E’ il momento il cui la divinità maschile muore, o meglio si trasforma, si modella, secondo aspetti naturali, per rinascere e rifiorire in Primavera. Questo è famoso ciclo di Morte- Rinascita che ritroviamo in moltissime culture.

Addobbare l’albero di Natale con le luci, accendendolo di mille riflessi, ricorda il rituale del grande falò dell’abete, che spesso si prolungava fino all’attuale festa della Befana. In alcune popolazioni europee, con il fuoco dell’abete, si bruciava simbolicamente le negatività del passato, e le streghe leggevano nel fuoco i presagi per il futuro. La tradizione dell’albero prese piede in Italia nel 1800, quando la regina Margherita, moglie di Umberto I, ne fece allestire uno in un salone del Quirinale, dove la famiglia reale abitava. La novità piacque moltissimo e l’usanza si diffuse tra le famiglie italiane in breve tempo.

Babbo Natale

Babbo Natale

Molte leggende cristiane sono poi nate nel tempo attorno all’albero di Natale, come quella americana che racconta di un bambino che si era perso in un bosco alla vigilia di Natale si addormentò sotto un abete. Per proteggerlo dal freddo, l’abete si piegò fino a racchiudere il bambino tra i suoi rami. La mattina i compaesani trovarono il bambino che dormiva tranquillo sotto l’abete, tutto ricoperto da cristalli che luccicavano alla luce del sole. In ricordo di quell’episodio, cominciarono a decorare l’albero di Natale.

Stela di Natale

Yule è il Sabba o la Festa celtica che si celebra il 21 dicembre, giorno del Solstizio d’Inverno.
Quest’anno, come per Samhain, ci soffermeremo molto sul reale significato di Yule e ciò che esso rappresenta davvero.
Dopo la festa del 31 ottobre in cui si celebrava la morte della Natura, Yule è il momento in cui essa smette di respirare, chiude gli occhi e si abbandona al lungo sonno invernale. Quando la Natura si desterà, sarà ormai tempo di Primavera e la neve lascerà il posto ai fiori che ricopriranno i prati.
Yule rappresenta il momento di “Morte” della Natura, una morte ormai definitiva. La Terra, a causa del gelo invernale, è sterile e pochi sono i viveri con cui le popolazioni antiche riuscivano a tirare avanti. Tuttavia, questo periodo è una fase inevitabile del Ciclo della Natura.

Yule è una festività solare, veniva celebrata con il fuoco bruciando il “ceppo do Yule”, un ceppo, spesso di Quercia, che veniva decorato con pigne, aghi di pino, nastri e che simbolicamente rappresentava il Sole rinato. Una parte del ceppo veniva conservata durante l’anno per proteggere la casa e veniva utilizzato per accendere il ceppo di Yule l’anno seguente…

Yule 21 dicembre

Yule, oggi, ci insegna che c’è poesia e del bello in tutto. Nelle campane che suonano a festa, nella neve gelida che ricopre le strade, nel profumo dell’arrosto che si sente dalle finestre, nelle candele lasciate accese alla finestra. E’ un momento di gioia, di celebrazione, di unione, di riconciliazioni!
Non è un caso che la tradizione cristiana abbia scelto una data proprio vicina a Yule per festeggiare l’evento più importante dell’anno: Il Natale. E con esso la nascita dell’Amore Universale. Nato in una notte fredda e nel periodo più buio dell’anno, Cristo ha il compito di portare sulla Terra la Luce e l’Amore divino.

In questo momento dell’anno, la Natura << torna nell’utero>> della Grande Madre, per poi rinascere a Primavera. E’ il ciclo della Natura, come della Vita dell’uomo e gli Antichi lo sapevano benissimo.
Il giorno del Solstizio è il giorno più scuro dell’anno, tuttavia, le tenebre hanno la sola funzione di segnare un passaggio. Da quel giorno in poi, le giornate tenderanno ad allungarsi sempre di più e a restituire sempre più Luce.

Buone feste a tutti! A presto!

Micaela Wade, Presidente dell’Associazione Il richiamo del lupo, Bergamo

 

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