Anche una bergamasca alla scoperta del secolo
Una notizia straordinaria che fa riflettere ancora una volta su quanto sia importante la ricerca, anche se nelle università italiane, i fondi registrano dei continui tagli.
Comunque sia la situazione , non possiamo non sottolineare il grande motivo di orgoglio per la Provincia di Bergamo: una concittadina ha fatto parte dello staff scientifico che ha confermato l’esistenza delle onde gravitazionali predetta da Einstein cento anno fa.
Per rendersi conto dell’enorme valore di questa scoperta bisogna fare una comparazione:
E’ stato veicolato nel mondo scientifico che la scoperta a cui ha preso parte la bergamasca Laura Cadonati è a pari di quella di Galileo Galilei del ‘600. Qualcuno ha parlato della possibilità che i ricercatori della LIGO vincano un Nobel.
Laura Cadonati e la scoperta epocale: l’onda gravitazionale di Einstein
“C’era un posto temporaneo al Mit, mi è sembrato un campo difficile, intrigante»,racconta Laura Cadonati.
«Lavoravamo sull’evento da quattro mesi, abbiamo fatto molti test e controlli, un’analisi molto accurata dei dati per accertarci che quanto era stato rilevato fosse davvero un evento di natura astrofisica.È stato bellissimo, un evento perfetto, proprio come ci si aspettava dalle previsioni teoriche. Eravamo sicuri di aver scovato l’onda di Einstein, ma volevamo portare davanti alla comunità scientifica qualcosa di totalmente credibile. Per questo, prima di dare l’annuncio, abbiamo aspettato di avere l’articolo pronto e validato».
Le onde gravitazionali di Einstein
Ipotizzate un secolo fa dalla teoria della relatività di Albert Einstein, le onde gravitazionali – la cui rilevazione è stata annunciata qualche giorno fa – sono le vibrazionì dello spazio-tempo provocate da fenomeni molto violenti, come collisioni di buchi neri, esplosioni di supernovae o il Big Bang che ha dato origine all’universo.
Come le onde generate da un sasso che cade in uno stagno, le onde gravitazionali percorrono l’universo alla velocità della luce creando increspature dello spazio-tempo finora invisibili. Poiché interagiscono molto poco con la materia, le onde gravitazionali conservano la ‘memoria’ degli eventi che le hanno generate.
La loro esistenza era supportata finora solo da prove indirette ma da adesso diventa possibile osservarle in modo diretto e con esse osservare una porzione dell’universo finora invisibile e misteriosa, come le zone popolate dai buchi neri o da fantascientifiche ‘scorciatoie’ per viaggiare nell’universo, i cosiddetti ‘cunicoli’ dello spazio-tempo (wormhole).
La scoperta delle onde gravitazionali è anche la conferma definitiva della Teoria della Relatività generale.
Erano infatti l’unico fenomeno previsto da questa teoria a non essere stato ancora osservato. Secondo Einstein, quando una qualsiasi massa (che sia un sasso, una stella o un buco nero) viene accelerata, emette onde gravitazionali. Sono segnali molto deboli e complicati da osservare perchè fanno ‘oscillarè tutto lo spazio-tempo, compresi gli strumenti che dovrebbero rilevarli. Riuscire a vederle è stata considerata a lungo una sfida impossibile.
Cos’è Il LIGO e quale segnale ha intercettato?
Il LIGO è dotato di due rilevatori, posti ad Hanford (Washington) e Livingston (Louisiana) che dal 2002 al 2010 non hanno rilevato alcunché.
Però nel corso dello scorso anno, precisamente il 18 settembre 2015, è stato reso operativo il successore di LIGO, ossia Advanced LIGO, con uno sforzo finanziario di oltre 200 milioni di dollari. I suoi rilevatori sono tre volte più sensibili e funzionano 24 ore su 24.
Gli interferometri di LIGO, ossia gli strumenti atti a studiare gli effetti di composizione delle onde, funzionano facendo rimbalzare dei raggi laser tra specchi alle estremità opposte di tubi di aspirazione di 4 chilometri di lunghezza, al fine di rilevare il passaggio delle onde gravitazionali che estendono e comprimono la lunghezza dei tubi e il resto dello spazio.
CONCLUSIONI
IN FINE, A COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DA QUESTA IMPORTANTE SCOPERTA
Alle domande dei tanti giornalisti all’evento – a ragion veduta definito “epocale” dal professor Fernando Ferroni dell’INFN ( Istituto Nazionale di Fisica Nucleare)– la risposta è stata univoca.
Ora che sono state scoperte le onde gravitazionali, da domani cosa cambia nelle nostre vite di tutti i giorni? “Questa non è la fine, ma solo l’inizio”, hanno detto i ricercatori italiani e stranieri presenti.
La scoperta implica infinite applicazioni nel campo della fisica teorica e della fisica applicata, una maggior comprensione della teoria della relatività, la ricerca scientifica nel settore della nascita dell’universo, della vita, della comprensione delle forze che ci circondano.