Difficoltà – Dialetto Bergamasco
Partendo dalla visione della poco felice situazione economica che stiamo, nostro malgrado, vivendo, proveremo a spiluccare, nelle locuzioni dialettali che si riferiscono appunto a queste condizioni.
Viene spontaneo dirci “poarècc a notèr!” (poveri noi!) “comè ‘n farài?” (come faremo?), “’n do mi ‘n darài a finì?” (dove andremo a finire?).
Forse da un po’ “l’è finìda la cücàgna” (è finita la cuccagna), ma, senza essere eccessivamente pessimisti, forse bisognerà solo prestare più attenzione a “spènt e spànd” (spendere e spandere..) e “imparà amò a tignì a mà” (imparare ancora a risparmiare).
Senza voler fare della dietrologia, si può affermare che i nostri vecchi rimarrebbero allibiti se vedessero lo sperpero e il lusso inutile che, a volte, si ostenta nella moderna società.
La vita, anche solo di circa una sessantina di anni fa, era impostata ancora sul vivere dello stretto necessario che ci si guadagnava a fatica “a fà di éte” e “a ‘ssa cuntentàa de chèl poc che ‘s ghìa” (ci si accontentava di quel poco che si aveva). La vita era molto meno frenetica, l’assenza di tante comodità di cui oggi godiamo, non era affatto avvertita, “ol tribulà, sènsa lamentàs…” (il tribolare senza lamentarsi) era parte essenziale del vivere quotidiano.
Non pensiamo di tornare indietro! Si sa è impossibile, ma forse, ripescare qualche “valore”, qualche sana “filosofia”, non guasterebbe, per andare avanti…